Il conto corrente bancario

Photo by Eduardo Soares on Unsplash

Il conto corrente è uno strumento tecnico finanziario di cui si può usufruire dopo la stipulazione di un contratto con una banca. Questo contratto può essere stipulato dai consumatori e dalle imprese.

Nel primo caso il conto corrente sovente rappresenta una forma di risparmio, poiché è qui che depositiamo i nostri soldi. La banca, infatti, custodisce le somme che il correntista deposita e gli offre una serie di servizi. L’apertura di un conto corrente bancario, ci consente di effettuare una molteplicità di operazioni attive o passive con semplicità ed immediatezza. Le operazioni attive sono accrediti, ossia operazioni che ci consentono di aumentare la disponibilità economica presente sul conto attraverso depositi di denaro, incassi di assegni, ricezione di bonifici o vendita di strumenti finanziari. Per operazioni passive si intendono, invece, gli addebiti, ossia operazioni che, al contrario, diminuiscono il saldo disponibile e sono generati da prelievi di denaro, bonifici, ordini di pagamento ripetuti (RID), emissione di assegni o acquisto di strumenti finanziari. La banca presso cui decidiamo di aprire il conto corrente è obbligata a garantirci la custodia delle somme depositate, mantenendo la disponibilità delle stesse.  Tutti possono aprire un conto corrente semplicemente presentando presso la banca un documento di identità e il codice fiscale e, nel caso in cui il correntista sia un minore, presentando in aggiunta anche il documento dei genitori o del tutore legale.

Si parla di conto “cointestato” quando più persone sono titolari di un unico conto e possono apporre firma congiunta, che vincola ogni operazione alla conoscibilità e all’approvazione di tutti i correntisti, o disgiunta, che lascia invece ad ogni cointestatario la possibilità di effettuare operazioni in autonomia senza l’autorizzazione degli altri (compresa la chiusura del conto). In un conto cointestato, comunque a prescindere dal tipo di firma, i cointestatari sono responsabili in via solidale di eventuali scoperti e la banca può ottenere il rientro delle somme agendo sui beni di ogni contitolare. Il titolare di un conto corrente bancario ha anche facoltà di delegare una persona di fiducia per compiere operazioni, con esclusione della chiusura del conto corrente. La delega, a differenza della contitolarità, non comporta responsabilità del delegato. Una volta aperto il conto la banca fornisce al cliente un codice IBAN, composto di 27 cifre, che è il codice di identificativo del conto corrente, anche a livello internazionale.

Alla sottoscrizione del contratto di conto corrente bancario consegue la facoltà del correntista di usufruire dei cosiddetti servizi di pagamento. Si tratta di attività svolte direttamente dalla banca che, in qualità di intermediario finanziario, si impegna a compiere in nome e per conto del correntista operazioni attive o passive di trasferimento di denaro. Partiamo dal bonifico. Prima di tutto, bisogna specificare che i trasferimenti di denaro per mezzo di bonifico avvengono all’interno del SEPA (System Euro Payments Area), l’area unica di pagamenti in euro.

Vi sono tre tipologie di bonifico, il classico bonifico SEPA mediante il quale l’importo, che deve essere inferiore a 500.000 euro, viene trasferito entro un giorno lavorativo; il bonifico istantaneo, effettuabile solo per importi inferiori a 15.000 euro, che consente il trasferimento di denaro entro 10 secondi dall’ordine del correntista ed il bonifico estero (BOE), che permette di trasferire importi fuori dall’area SEPA. Chi effettua un bonifico estero deve conoscere, oltre il codice IBAN del beneficiario, anche il codice bic o SWIFT, ossia il codice della banca presso cui quest’ultimo ha il proprio conto corrente bancario. La seconda tipologia di servizio di pagamento è l’assegno. Si parla di assegno circolare quando il correntista dapprima deposita in banca le somme dovute, e la banca successivamente provvederà ad accreditare l’importo presso il creditore, emettendo un certificato che attesta l’avvenuto deposito, ossia l’assegno circolare. L’assegno bancario viene, invece, emesso direttamente dal correntista sul presupposto che la quantità di denaro depositato al suo interno sia sufficiente da coprire l’importo dovuto.

Il conto corrente ha dei costi fissi che devono essere sostenuti dal correntista al fine di usufruire dei servizi offerti dalla banca: un canone annuo per l’utilizzo di una serie di operazioni, le spese per l’invio delle comunicazioni periodiche al cliente, spese per le comunicazioni di trasparenza al cliente, canone per carte di credito o debito, spese per i servizi di remote banking (ossia i servizi automatizzati che consentono un collegamento da remoto con la banca). Altri costi sono invece variabili sulla base del numero e della tipologia di operazioni legate al conto. Si tratta di spese per la registrazione delle operazioni effettuate, spese di commissione per il pagamento di imposte e tasse, spese di liquidazione periodica. Al riguardo, è utile ricordare che quando si stipula un contratto di conto corrente è importante avere l’accortezza di conoscere ogni costo legato al conto e verificare attentamente le eventuali modifiche unilaterali di contratto. Queste ultime, in particolare, devono essere conosciute ed accettate dal cliente che, in caso di disaccordo, ha il diritto di recedere gratuitamente dal contratto.