Dalla necessità di istituire un osservatorio nazionale all’importanza di garantire servizi gratuiti di consulenza sul debito: le proposte di Movimento Consumatori e Acli presentate oggi al Governo nell’evento conclusivo del progetto
Si è tenuto oggi, presso la sala del Parlamentino del CNEL, l’evento conclusivo di “Riparto, percorsi di inclusione finanziaria e di accompagnamento per la gestione e soluzione delle situazioni di sovraindebitamento per la ripartenza”, un progetto di rilevanza nazionale, promosso da Movimento Consumatori APS e Acli aps e cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
In un contesto nazionale ed internazionale che vede un preoccupante aumento delle situazioni di povertà e di esclusione sociale, MC e Acli hanno dato vita alla prima rete nazionale specializzata nella prevenzione, risoluzione e ripartenza da situazioni di sovraindebitamento. 27 sportelli, distribuiti su 17 regioni, un servizio di assistenza online e una rete di realtà del Terzo settore che già operano attraverso l’erogazione di servizi sociali o alla persona hanno permesso a cittadini e a micro imprese di trovare una via d’uscita dal sovraindebitamento attraverso percorsi gratuiti di sostegno, gestione e accompagnamento alle procedure di composizione della crisi e di individuare i tratti essenziali di un modello di debt advice per l’Italia. Il progetto ha visto anche l’organizzazione di incontri formativi per gli operatori della rete Riparto, di seminari per gli studenti in collaborazione con alcune tra le più importanti università italiane e la realizzazione di una ricerca-studio (curata da un comitato tecnico-scientifico di esperti) che, grazie al taglio multidisciplinare (legale, psicologico, economico), fornisce una fotografia aggiornata e unica sul fenomeno del sovraindebitamento nel nostro Paese. Durante l’evento finale, le due associazioni hanno presentato gli esiti del progetto e un documento di proposte per la ripartenza da situazioni di sovraindebitamento, illustrato da Alessandro Mostaccio, segretario generale MC e Antonio Russo, vicepresidente Acli che è stato oggetto di dibattito nella tavola rotonda cui hanno partecipato esponenti delle istituzioni, esperti e stakeholders. Di seguito una sintesi delle proposte fatte al Governo durante l’evento Riparto:
– istituzione di un osservatorio nazionale sul sovraindebitamento e sulla consulenza sul debito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali al quale partecipino rappresentanti delle associazioni dei consumatori, delle associazioni e delle fondazioni antiusura, degli enti di Terzo settore, delle organizzazioni che offrono consulenza sul debito o servizi ai debitori, rappresentanti delle principali categorie di creditori, istituzioni, quali la Banca d’Italia e l’ANCI, accademici ed esperti, con i compiti di effettuare monitoraggi sul sovraindebitamento e sulle attività di consulenza sul debito; incentivare occasioni di confronto e di studio per delineare le linee guida per i servizi di consulenza a livello nazionale e formulare proposte normative.
– Strutturare servizi gratuiti di consulenza sul debito fisici e online di natura multidisciplinare in modo da assicurare che i cittadini possano ottenere consulenza legale, economico-finanziaria, psicologica e supporto sociale. Gli enti erogatori dei servizi devono essere indipendenti dai creditori o da loro associazioni di categoria e dovrebbero essere individuati negli enti non lucrativi del Terzo settore.
– Prevedere un minimo vitale impignorabile dello stipendio: per un’adeguata tutela della dignità della persona è necessario equiparare il regime del pignoramento dello stipendio a quello della pensione, introducendo un’identica soglia di impignorabilità dei redditi da lavoro (doppio dell’assegno sociale con il minimo di mille euro) e consentendo il pignoramento del solo quinto residuo, come previsto per i redditi da pensione.
– Applicare sanzioni efficaci per la violazione del dovere di erogare prestiti solo in caso di esito positivo della valutazione del merito di credito. Qualora sia violato questo divieto di astensione, la sanzione deve privare i contravventori di ogni vantaggio economico derivante dal contratto (interessi, commissioni e spese).
– Svincolare l’esdebitazione del debitore sovraindebitato dalla colpa, seppur grave, nella determinazione del sovraindebitamento. Il Codice della crisi prevede per i consumatori e le imprese minori un regime diverso e più restrittivo rispetto ai debitori “sopra soglia”, sottoposti alla liquidazione giudiziale per i quali, non rilevano comportamenti colposi anche se gravi. Necessario quindi eliminare ogni riferimento alla determinazione con colpa, seppur grave, del sovraindebitamento, oggi irragionevolmente prevista per i soli consumatori e per le imprese sotto soglia.
– Valorizzare il ruolo del debt advisor nelle procedure di composizione della crisi, estendere la prededuzione per l’advisor a tutte le procedure. Per incentivare un maggior ricorso alle procedure anche grazie ai servizi di consulenza sul debito si propone di prevedere il pagamento in prededuzione di un importo forfettario a favore del centro di consulenza senza scopo di lucro che abbia assistito il debitore nella fase preparatoria alla presentazione della domanda all’Organismo di composizione della crisi.
– Rendere sostenibili i costi delle procedure dotando il nostro ordinamento di diversi strumenti che possano consentire ai soggetti sovraindebitati di affrontare i costi necessari per avviare e per portare a termine le procedure al fine di ottenere l’esdebitazione.
Risultati del progetto Riparto
In 22 mesi di attività, si sono rivolti alla help line nazionale oltre 1.727 consumatori e piccole imprese con problemi legati all’indebitamento. Gli sportelli territoriali hanno assistito 2.467 sovraindebitati, di cui 2.210 persone fisiche e 257 imprese o professionisti; 356 studenti hanno partecipato a 6 workshop universitari sui temi dell’educazione finanziaria, dei servizi di consulenza sul debito, del sovraindebitamento e della finanza sociale ed inclusiva; 309 operatori finanziari sono stati raggiunti attraverso i video podcast realizzati; 481 operatori del Terzo settore sono stati coinvolti in 38 appuntamenti di formazione base; si sono svolte 24 lezioni volte alla formazione di 103 consulenti del debito; oltre 12.000 persone sono state sensibilizzate sul tema attraverso il sito internet www.progettoriparto.it e le attività di comunicazione sui social network.
Identikit del sovraindebitato in Italia
Nell’ambito del progetto è stata realizzata un’indagine che ha permesso di delineare il profilo del sovraindebitato, motivazioni e aspettative di chi si è rivolto agli sportelli.
Su un campione di 574 utenti, 58% erano uomini tra i 36 e i 55 anni (45%) e tra i 56 e i 70 anni (35%). Più della metà dei partecipanti all’indagine è in possesso di un titolo di studio di media superiore, il 30% di una licenza media inferiore, mentre è residuale l’utenza con livelli alti (laurea 10%) o elementari (5%) di istruzione. La concentrazione più alta di casi, in termini assoluti, si è registrata nelle aree urbane del centro-sud (Roma, Napoli, Reggio Calabria). La maggior parte degli utenti ha cercato un supporto per l’analisi della propria situazione debitoria (35%) e per un successivo aiuto nella sua gestione (47%). Grazie all’assistenza dei consulenti, gli utenti si aspettavano principalmente di poter ristrutturare il proprio debito, aumentando la consapevolezza in merito alla propria situazione debitoria e migliorando il proprio livello di educazione finanziaria.
I debiti sono stati contratti in larga misura (76%) a titolo personale e in misura minore come titolari d’impresa (18%) oppure come garanti di debiti sottoscritti da terzi (4%). Aggregando i dati raccolti si osserva che il titolo (personale, impresa, fideiussione) per il quale è stato contratto maggiormente il debito (60%) è l’acquisto di beni mobili (automobili, televisori, tecnologia), seguono le spese legate alla casa, quali affitti o utenze (11%) o l’acquisto di immobili (10%) attraverso il mutuo. In misura minore il debito è dipeso dalla ristrutturazione della situazione debitoria (9%), da spese per i figli (6%) oppure da imprevisti (separazioni, spese mediche, funerali o altro). I principali creditori risultano essere banche (33%) e società finanziarie e di leasing (circa il 22%), oppure l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia per debiti nei confronti dello Stato (20%).
Esaminando i principali dati socio-economici notiamo come gli utenti degli sportelli Riparto siano in gran parte titolari di rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato (34%) oppure pensionati (19%), mentre gli imprenditori (10%) e i lavoratori autonomi (10%) sono rappresentati in modo minore. I soggetti più a rischio sovraindebitamento sono quindi i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato che possono accedere al credito, ma a causa del ridotto potere d’acquisto e della pluralità dei debiti assunti, si possono ritrovare in gravi situazioni di povertà e di esclusione sociale. L’irrilevanza della presenza di categorie di lavoratori a tempo determinato e dei collaboratori, si ipotizza possa derivare dall’esclusione finanziaria di queste categorie, che difficilmente riescono ad accedere al credito.
L’indagine ha anche indagato gli effetti del sovraindebitamento sul benessere psicologico e sulla socialità delle persone. Il disagio psicologico è simile fra i vari gruppi (uomini e donne e fasce di età). La maggior parte delle persone dichiara di non avere una rete sociale forte che possa supportarla, ma è convinta che la presenza di una rete sociale possa alleviare in maniera significativa la sofferenza della situazione. Dall’indagine è emerso che un servizio rivolto ai debitori che voglia integrare anche l’aspetto psicologico, deve poter garantire: la formazione degli operatori per potenziare le soft skills necessarie per interagire efficacemente con le persone in difficoltà; una rete interna e/o esterna di servizi di supporto psicologico gratuito e momenti di confronto e/o supervisione rivolti all’intera équipe degli sportelli di consulenza sul debito.