Nel 2021, Amina e il marito Gianni, entrambi assunti con contratti a tempo indeterminato rispettivamente come collaboratrice domestica e manutentore, richiedono un prestito personale di 29.369 euro ad una banca.
Successivamente i coniugi chiedono un secondo prestito alla stessa banca di 20.098 euro per comprare un terreno nella loro terra di origine, le Filippine, da iniziare a coltivare per poi metterlo a rendita in prospettiva futura.
Le rate dei loro prestiti, pari a complessivi 623,53 euro mensili, sempre pagate regolarmente, non rappresentavano un problema, considerato il loro reddito complessivo mensile di 2.750 euro (1050 per lei e 1700 euro per lui), fino a quando, in modo del tutto improvviso all’età di soli 36 anni, Gianni viene a mancare.
Amina si ritrova, con il proprio reddito mensile di 1050 euro, a dover far fronte alle spese quotidiane sue e del figlio minorenne. Per ridurre le spese, la donna si trasferisce in un appartamento che richiede il pagamento di un canone di locazione più basso (200 al posto dei precedenti 590 euro), ma in ogni caso il debito contratto e la rata da corrispondere sono eccessivi rispetto alle sue prospettive di guadagno.
La donna si rivolge ad una Fondazione antiusura, che alla fine di gennaio 2024 avanza una proposta di saldo e stralcio in favore della banca in modo da poter chiudere il prestito offrendo 10.000 euro, che però la banca rifiuta.
Amina contatta quindi i consulenti della rete Riparto che avviano una procedura per il sovraindebitamento che ha previsto il pagamento della somma complessiva di 10.000 euro in favore dei creditori e del gestore della crisi.