Fino al 2017, Antonella, con un reddito familiare di 3.300 euro mensili, abitava in una casa di proprietà insieme al marito e alla due figlie minorenni.
Nel 2018 si separa dal marito, inizialmente vive nella casa dell’ex coniuge con le due figlie potendo contare sul suo solo stipendio di 1.500 euro mensili.
Dal 2019, l’ex marito torna a vivere nella casa di sua proprietà insieme alle figlie e Antonella è costretta a cercare un nuovo appartamento, sottoscrive un contratto di affitto (canone di 400 euro) e affronta le spese di trasloco e di acquisto dei mobili.
Negli anni 2020-2021, il reddito mensile di Antonella si riduce a 1.226,33 euro a causa della cassa integrazione.
Da ottobre 2021, torna a vivere con le figlie nella casa intestata al marito, facendosi carico del pagamento delle utenze e delle spese condominiali e dal 2022 guadagna nuovamente 1.500 euro mensili e riceve dall’ex marito un assegno di mantenimento per le figlie di 400 euro. Nello stesso anno è però costretta a sostituire la vecchia auto che utilizza per recarsi a lavoro con una nuova acquistata tramite contratto di finanziamento.
La separazione, il periodo di cassa integrazione e l’acquisto dell’auto hanno fatto crescere l’indebitamento di Antonella che, pur cercando di contenere al massimo le spese e rinegoziando i prestiti, non riesce più a sostenere le spese.
Antonella si rivolge quindi alla rete Riparto: grazie ai consulenti del debito ha presentato domanda di accesso alle procedure per il sovraindebitamento e contestualmente è stata indirizzata ad una Fondazione antiusura per ottenere un supporto economico.